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Il procedimento logico verso la causalità

OBIETTIVO:

- illustrare il procedimento logico che guida la dimostrazione della causalità


Gli studi osservazionali sono fondamentali in epidemiologia e vengono utilizzati molto frequentemente sia in medicina umana che in medicina veterinaria allo scopo di individuare i determinanti delle malattie. Qui di seguito puoi trovare i princìpi essenziali e il flusso logico del ragionamento che viene seguito in questo tipo di studi.

Prendiamo in considerazione il caso più semplice di studio osservazionale, in cui si voglia tentare di verificare se un certo fattore è uno dei determinanti di una certa malattia. In uno studio di questo tipo le variabili in gioco sono solo due:

  1. la presunta causa
  2. la malattia.

La presunta causa è la cosiddetta «variabile indipendente». La malattia è invece la «variabile dipendente», in quanto dipende appunto dalla variabile indipendente.

Quindi, nel caso più semplice, le variabili in gioco sono due:

Il procedimento logico che conduce alla dimostrazione di un rapporto causa-effetto fra variabile indipendente e variabile dipendente può essere schematizzato nei tre stadi riassunti nel seguente schema:

Schema: causalità in studi osservazionali

Lo schema può risultare non molto esplicativo, soprattutto perché - probabilmente - non ti è chiaro il significato di alcuni termini. Ad esempio, senz'altro ti chiederai: che cosa vuol dire «statisticamente»? E «causalmente»? E cosa significa «associato»? Cosa vuol dire «causalità»? Ebbene, ti prego di avere un po' di pazienza... nelle prossime unità verrà spiegato tutto.
Ti consiglio di considerare lo schema come una specie di «scatola grigia» di cui in seguito apprenderai il funzionamento. Già fin d'ora, però, devi tenere presente che per arrivare alla conclusione che «qualcosa causa qualcos'altro» devi percorrere nell'ordine i tre stadi indicati nello schema.

Riassumendo:

Quando i ricercatori possono agire attivamente sulla variabile indipendente (cosa che non avviene negli studi osservazionali ma in quelli Cap. 4, Unità 5 - Valutazione dell'ipotesi: studi osservazionali, sperimentali, teorici sperimentali), e osservare le conseguenti modificazioni sulla variabile dipendente, essi possono trarre valide conclusioni su quanto tali modificazioni nella variabile dipendente siano causate da quelle verificatesi nella variabile indipendente.
Al contrario, quando i ricercatori possono soltanto osservare la contemporanea variazione delle due variabili (come negli studi osservazionali), allora essi possono solo definire una Cap. 5, Unità 2 - Associazione, causalità e casualità associazione tra di esse, dimostrata dal fatto che al modificarsi dell'una si modifica anche l'altra. In questo caso, però, non si può escludere l'eventualità che entrambe le variabili siano, in maniera indipendente l'una dall'altra, influenzate da una terza variabile. In questo caso, tra le due variabili considerate non esiste un nesso causale, e l'apparente (ma inesistente!) relazione causa-effetto è dovuta a un effetto detto di «confondimento». Questo argomento verrà sviluppato Cap. 5, Unità 12 - Associazioni non causali e fattori di confondimento successivamente.


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FAI ATTENZIONE! Nella prosecuzione dello studio, ti consiglio di tenere presente lo schema mentale che segue:
(a) tutto questo Capitolo ("Dalla associazione alla causalità") è dedicato allo sviluppo dello Stadio 1, ossia del ragionamento e delle procedure riguardo alla dimostrazione di una associazione statistica fra una presunta causa e un effetto.
(b) tutto il successivo Capitolo 6 ("L'approccio epidemiologico alle cause di malattia") è dedicato allo sviluppo dello Stadio 2, ossia del ragionamento e delle procedure riguardo alla dimostrazione di una associazione causale fra una presunta causa e un effetto.

NELLA PROSSIMA UNITÀ:
si definisce in maniera più precisa il significato di un concetto fondamentale che, come si è visto, partecipa al processo che conduce alla dimostrazione della causalità il concetto di «associazione».

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