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Trasmissione delle malattie per via verticale

OBIETTIVO

- illustrare le modalità di trasmissione per via verticale


TRASMISSIONE PER VIA VERTICALE
 
    - ereditaria
 
    - congenita

La trasmissione verticale è quella basata sulla riproduzione e che prevede la trasmissione di un agente patogeno da un genitore alla discendenza.
Vi sono due modalità di trasmissione verticale: ereditaria e congenita.

Le malattie a «trasmissione ereditaria» sono legate al genoma di uno dei due genitori. Per esempio, alcuni retrovirus (virus che hanno la capacità di integrarsi con il genoma dell'ospite) possono essere trasmessi ereditariamente.

Le malattie a «trasmissione congenita» o, più semplicemente «congenite» sono quelle che - letteralmente - sono presenti alla nascita. Pertanto, in senso stretto anche le malattie ereditarie fanno parte di questo gruppo. Tuttavia nell'uso comune il termine «congenito» si riferisce a quelle malattie acquisite in utero (oppure in ovo) piuttosto che «ereditate».

La trasmissione può avvenire a vari stadi dello sviluppo embrionale o fetale oppure si può avere l'infezione del nascituro durante l'attraversamento del canale del parto.
L'infezione dell'embrione o del feto può indurre aborto (se incompatibile con la vita) oppure comparsa di deformazioni o mostruosità. Alternativamente, il neonato può presentare una infezione inapparente e continuativa («infezione innata»), non accompagnata da alcun sintomo clinico.

Alcuni artropodi (soprattutto zecche ed acari) trasmettono batteri, virus e protozoi da una generazione all'altra attraverso le uova (trasmissione transovarica).

ESEMPIO. Anaplasmosi bovina (malattia protozoaria, frequente nelle zone tropicali e sub-tropicali, trasmessa da diverse specie di zecche). Babesiosi del cane (trasmessa da zecche del genere Dermatocentor e Haemaphysalis).

Alcuni artropodi trasmettono l'infezione soltanto per via trans-stadiale, cioè da uno stadio di sviluppo all'altro.

ESEMPIO. Theileriosi, causata da protozoi del genere Theileria che infettano bovino, pecora e capra e che sono trasmessi da zecche del genere Rhipicephalus.

NELLA PROSSIMA UNITÀ:
si discutono le strategie difensive e di mantenimento messe in atto dall'agente di infezione, sia all'interno che all'esterno dell'ospite.

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